mercoledì 25 luglio 2012

Sterilizzatori industriali


Gli anni '50 hanno segnato per l'industria farmaceutica una fase intensa ed evolutiva. In questo periodo "dinamico" vengono messi a punto macchinari e processi produttivi all'avanguardia.
Fino a quel momento le aziende del settore usavano autoclavi che altro non erano se non macchinari ospedalieri leggermente modificati per l'uso farmaceutico.

Nasce così il primo sterilizzatore a vapore saturo, costruito esclusivamente per gli scopi del settore farmaceutico e che assicurava concetti costruttivi e di controllo del processo strabilianti.

Da quel periodo in poi, la tendenza è sempre stata quella della crescente innovazione e, anche se sono stati messi a punto sistemi specifici per la sterilizzazione come quelli a pioggia d'acqua surriscaldata e con miscela di vapore ed aria, il sistema a vapore rappresenta ancora oggi il processo più semplice, flessibile ed economico in uso.

La flessibilità operativa deriva direttamente dal funzionamento del processo del vapore saturo, dal controllore della macchina e dalle particolarità di costruzione.

Ogni sterilizzatore è dotato di una pompa di vuoto ad anello d'acqua e si avvale di quattro fasi di lavoro:

- l'evacuazione iniziale dell'aria,
- il drenaggio costante della condensa,
- il trattamento inferiore ai 100° C,
- l'asciugatura finale.

La sterilizzazione viene controllata e garantita da un segnale di pressione (e non di temperatura) perchè questa è omogenea in tutto l'ambiente interno. Il principio degli sterilizzatori a vapore saturo avviene nel corretto funzionamento dell'autoclave, ad una corrispondenza biunivoca T/P e sfrutta temperature molto inferiori a quelle usate anni fa.

Questi macchinari sofisticati sono studiati per soddisfare al meglio le esigenze del settore farmaceutico e per rispondere perfettamente ai requisiti di certificazione richiesti dalla FDA americana (Food and Drug Administration) e agli standard dettati per la produzione di beni e di merci dell'Unione Europea.

I maggiori produttori dell'industria farmaceutica di tutto il mondo si servono di queste macchine sterilizzatrici che grazie al sofisticato sistema di controllo garantiscono che i dispositivi medicali e i farmaci vengano sterilizzati perfettamente nel rispetto di costi contenuti.

Per poter garantire la massima qualità possibile dei prodotti, queste macchine consentono una regolazione costante dei parametri (temperatura, pressione, umidità, aria, acqua) garantita da un'architettura stabile ed affidabile. 

I dispositivi medicali in commercio attualmente sono sempre più sofisticati e chi li produce ha costantemente bisogno di processi flessibili che ne facilitano la produzione senza complicare il percorso obbligatorio di certificazione, anche per poter mantenere un vantaggio competitivo sul mercato.

La maggior parte delle imprese costruttrici di questi macchinari si basa su piattaforme software uniformi con un grande margine di programmazione ad hoc per ogni singola macchina ed ogni singola esigenza.

giovedì 12 luglio 2012

Ecografia mammaria, un passo per la prevenzione del tumore al seno


È la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile ed è, in generale, la neoplasia che colpisce le donne con maggiore frequenza. Sono almeno 37mila, infatti, i nuovi casi di tumore al seno registrati ogni anno. La continua evoluzione degli studi medici e gli screening che permettono una diagnosi precoce, stanno però contribuendo a diminuire il tasso di mortalità di questa malattia. Per questi motivi, non è mai sufficiente lo spazio che si riserva per rimarcare e raccomandare l’importanza della prevenzione. 

La prevenzione del tumore del seno è una buona pratica che può iniziare a 20 anni con l’autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese (tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo). Indipendentemente dall’età, è sempre consigliabile proseguire con controlli annuali del seno eseguiti dal proprio ginecologo o da uno specialista che solo di fronte a situazioni dubbie, come elevata familiarità o presenza di noduli palpabili, può decidere di approfondire l’iter diagnostico. 

Se tra i 20 e i 40 anni non sono previsti altri esami particolari, dopo i 40 è bene abbinare alla visita senologica anche il ricorso ad esami strumentali. Mammografia, ecografia mammaria o risonanza magnetica costituiscono strumenti ormai efficaci nella diagnosi del tumore al seno. Individuare una forma tumorale ancora allo stadio iniziale risulta fondamentale per le prospettive di cura e di guarigione. Alle donne comprese tra i 40 e i 50 anni si raccomanda di sottoporsi a mammografia con cadenza annuale, meglio se abbinata a ecografia vista la struttura ancora densa del seno. Le possibilità di sviluppare un tumore in questa zona non diminuiscono, ma bensì aumentano con l’età: tra i 50 e i 70 anni il rischio raggiunge il suo massimo. Le donne in questa fascia di età devono perciò sottoporsi a controllo mammografico ogni anno.

Nelle donne più giovani, la mammografia non viene raccomandata a causa della struttura troppo densa del tessuto mammario che caratterizza questa fascia di età e che renderebbe poco chiari i risultati. È l’ecografia, dunque, l’esame più adatto per quanto riguarda il seno giovane. 

L’ecografia mammaria è un’indagine diagnostica sicura e assolutamente non dolorosa, che non sfrutta radiazioni ionizzanti, ma bensì onde a ultrasuoni risultando – in base alle attuali e più aggiornate conoscenze – innocua per l’organismo. Non esistono, quindi, controindicazioni, nemmeno per le donne in stato di gravidanza. L’esame, che dura circa venti minuti, viene eseguito con la paziente sdraiata su un lettino e a torace scoperto. È necessario portare sempre con sé le ultime mammografie o ecografie eseguite in modo che il medico possa confrontare la situazione presente con quella passata e farsi un quadro completo dello stato di salute e delle condizioni della paziente.

Durante l'ecografia, il seno viene ricoperto di un sottile strato di gel che permette una migliore adesione alla pelle della sonda che emette gli ultrasuoni, consentendo così di visualizzare e di individuare eventuali formazioni all’interno del seno e di distinguere tra quelle a contenuto liquido o solido. Per effettuare un'ecografia mammaria si può fare affidamento alle strutture ospedaliere oppure a studi medici specializzati in radiologia come quello del dottor Pasta. 

In molti casi, questa metodica non rappresenta un’alternativa alla mammografia in quanto i due esami tendono ad agire in maniera complementare. L’ecografia è contraddistinta da una sensibilità inferiore e al contempo da una specificità superiore rispetto alla mammografia: consente, infatti, la caratterizzazione dell’eventuale lesione, ma non sempre riesce a individuarla, soprattutto se di ridotte dimensioni. La mammografia, invece, è in grado di riconoscere un maggior numero di lesioni, ma non sempre è capace di tipizzarle.